Salve a tutti,
Io sono il locandiere e sono fiero di raccontare la prima storia, questa storia rappresenta l'essenza della locanda, com'è nata...
...c'era una volta un ragazzo che viveva di stenti per le vie della città, la sua infanzia non fu un'infanzia felice, ma non si lamentò mai, non appena egli potè camminare e reggersi in piedi iniziò a girare per le strade in cerca di cibo e aiuto, non era forte e per tutta la vita è stato malaticcio, la gente lo scansava e lo trattava male, ma lui, senza mai dire una parola, cambiava strada e cercava aiuto altrove.
non tutti erano indifferenti a quel piccolo ragazzo magro e malaticcio, ma i più lo scansavano di malo modo.
Accadde un giorno quando aveva 14 anni che girando per le strade della città assistette ad una scena tremenda, non era la prima volta che accadeva ma quella volta, senza rendersi conto, reagì a quell'evento e si mise in mezzo...
Assistette al pestaggio di un ragazzo più piccolo di lui, capelli spettinati come i suoi, i ragazzi che lo stavano picchiando erano più grandi, lo deridevano mentre lo colpivano, il sangue scendeva copioso dalle guance e dalle ferite che si erano aperte sulle braccia, il piccolo non reagiva più stava perdendo i sensi, stava per morire... Qual'era il suo crimine? cosa aveva mosso quei ragazzi a pestarlo così violentemente? queste domande spinsero il nostro piccolo ad andare a chiedere spiegazioni.
Si fece strada tra di loro con calci e pugni, testate e morsi, non aveva altri mezzi, ma quello che aveva li usava bene... I ragazzi erano comunque più di lui e, anche se un paio caddero, gli altri lo presero e buttato in un angolo iniziarono a picchiarlo come stavano facendo con quello più piccolo...
Tra le varie sberle e calci i ragazzi iniziarono a deriderli, per il fatto di essere poveri, di essere soli e per aver cercato di osare chiedere da mangiare...
Quella frase fece scattare qualcosa negli occhi del nostro giovanissimo eroe, nonostante le botte ricevute si rialzò e iniziò a picchiare fendenti a destra e a manca, non ottenne granché ma attirò l'attenzione di un silenzioso osservatore che si era fermato ad assistere alla scena.
Quando l'eroe cadde stremato con il viso nel fango i ragazzi si avventarono su di lui e ripresero a picchiarlo, ma questa volta il viandante, che fino a quel momento era rimasto ad osservare, non potè starsene da parte e fattosi avanti con pochi gesti fulminei prese i piccoli e li portò via, una volta poggiati lateralmente si girò a guardare i bulli, quelli non si fecero indietro, ma iniziarono a insultare anche il viandante che ad ogni insulto diventava furente, estrasse l'acciaio da sotto il mantello, una lama di pregiatissima fattura, con ricami d'oro e sventolatala con gesti armoniosi come a disegnare invisibili fili d'oro nell'aria mostrò anche un'armatura da sotto il mantello...
Bastò quelo a far scappare i bulli che in pochi secondi iniziarono una triste ritirata inciampando tra di loro, cadendo e urlando.
Quell'uomo raccolse i piccoli e li portò dentro la locanda, li asciugo e li medicò, poi attese che si svegliassero per vedere se stessero bene. Il piccolo eroe si svegliò dopo circa 2 ore, mentre l'altro non riuscì più a svegliarsi...
L'uomo incappucciato, nei giorni seguenti, stette con il piccolo eroe fino a che si fu rimesso e parlandogli si rese conto che il piccolo, nonostante la sua vita misera, aveva un cuore d'oro e dopo qualche giorno si era affezzionato abbastanza da decidere di potarlo con sé nei suoi viaggi.
Fu così che il piccolo eroe divenne un piccolo mercenario, imparò le basi della tattica, del combattimento e dei metodi curativi, imparò l'igene e le norme di comportamento, in poche parole, ebbe un istruzione...
Passarono anni e si fece un nome nell'ambito della guerra, scelse come arma una grande ascia bipenne e come combattimento un insolito "li stendo tutti", ma forse per volere del fato, forse per reale abilità egli non perse mai...
Un giorno si imbattè in un frate con il quale, parlando parlado, si fece spiegare l'arte della birra e di come potesse dell'orzo diventare una bevanda così buona e dissetante che piaceva praticamente a tutti...
Quel giorno fu il primo della sua visione, aprire un locanda, fare da mangiare e da bere e trarne anche del profitto. I campi di battaglia erano pieni di persone che unavolta finito il servizio andavano a spendere i loro averi nelle peggio bettole e così decise di aprirne una anche lui.
Non fu facile ne immediato, passò 2 anni ad imparare come si faceva la birra e a cucinare, poi venne il momento di decidere il nome della sua locnada allora passò in rassegna nomi di cose, di città di animali e quant'altro, ma niente riusciva a soddisfarlo... Alla fine decise di aprire la locanda e di non metterle un nome all'inizio.
Era un buon locandiere, gentile al punto giusto e di braccia forti se necessitava di alzare le mani con chi si comportava male, non rifiutava mai di dare un po' di minestra a chi ne aveva bisogno e nemmeno di dare 4 calci all'occorrenza :D
Alla fine dal suo modo di fare alcuni clienti fissi suggerirono che il simbolo della locanda dovesse essere il PESCE PALLA, un pesce che si gonfiafa per far scappare i nemici e che se si avvicinavano troppo potevano rimanere punti e avvelenati e, se mai lo uccidessero e si cibassero delle sue carni avrebbero un alta probabilità di morire... Alo locandiere l'idea non dispiaceva, era una cosa curiosa e niente affatto sbagliata, Affisse lo stemma sulla porta e per chiarire sempre più l'idea che non era saggio scherzare con lui affisse sopra il bancone, sempre a portata di mano, la sua immensa ascia bipenne...
Ora sono passati anni e la locanda crescie di fama, ogni tanto qualcuno viene a sfidare il coriaceo locandiere, ogni tanto il locandiere parte alla ricerca di ingredienti epr le sue birre speciali e nei suoi viaggi si dice che abbia trasmesso l'idea e l'indole del suo locale ad altri che hanno iniziato a fare altri punti chiamandoli sempre allo stesso modo e arredandolo nella stessa maniera e soprattutto si facevano chiamare tutti allo stesso modo di modo che la leggenda del Locandiere crescesse sempre di più tanto da arrivare ino a noi oggi...
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