venerdì 23 dicembre 2011

La Furia della Battaglia


Quando arriva il momento di combattere in me parte la frenesia, i miei muscoli guizzano e si gonfiano, il mio corpo diventa molto reattivo e robusto, non sento nulla a parte le urla dei nemici, non vedo nulla a parte i miei bersagli che si muovono ed emanano una specie di onda d’urto, che è il simbolo della loro vita.


Mi muovo veloce, mi muovo per uccidere, quando la mia ascia colpisce non sbaglia, quando la mia ascia colpisce non c’è scampo, difficilmente dopo il primo colpo quell’onda d’urto continua, il mio intento e spezzarla. O lui o me, non c’è altra storia, nell’impeto della battaglia invoco gli spiriti del tuono che da sempre mi circondano, mi parlano e mi aiutano, sono spiriti appartenenti alla mia tribù, fin da bambino li vedevo, ed ora mi oscurano alla vista, mi aiutano nella mia furia a compiere la mia missione, sopravvivere.

Non è il coraggio che spinge un uomo a sopravvivere, ma la paura, il più forte catalizzatore per combattere e sopravvivere, essa ti concede quell’attimo d’incoscienza o momento fatidico per colpire o scappare.


La paura è ciò che emano, ma così alta di pressione che diventa furia omicida, sete di sangue, voglia di morte. Se sei sulla mia strada nel momento sbagliato, io Ti Uccido!


martedì 8 novembre 2011

Una Storia Strana...

Con il lavoro che faccio vedo un sacco di cose, nella locanda passano persone di tutti i tipi, ma questa...

Un mese fa circa è entrato un signore, dall’aspetto sembrava un tipo distinto, ma quando si è avvicinato al bancone l’avrei definito sciatto o trasandato. I vestiti tipici di un uomo d’affari altolocato, ma camicia fuori dalle braghe, occhi lucidi da shock e barba incolta lo rendevano un tipo strano se non strambo.



Mentre lavalo i bicchieri sputando adeguatamente per togliere le fastidiose macchie di rum e altri superalcolici mi avvicino per chiedere cosa vuole bere e il tizio non mi dice nulla, fa solo segno che andava bene qualsiasi cosa, da bon locandiere quale sono mi sono adoperato nello spillare una pinta di bionda sciogli lingua, la verso con tutti i crismi e gliela metto davanti.


Lo sguardo catatonico che fissava il vuoto e gli occhi sempre più lucidi, stringe il boccale dal manico fino a farsi venire le nocche bianche.

Mi allontano e continuo a lavorare, ma lo tengo d’occhio, non sta bene e nel mio lavoro la gente che non sta bene porta guai...

passa quasi tutta la serata con la birra in mano, guarda nel vuoto e non parla con nessuno, né le puttane che cercano compagnia remunerata, né viene fatto preda dei ladruncoli da taverna che stanno a distanza di sicurezza da lui.

a notte fonda quando siamo solo lui ed io si cala la birra d’un fiato e inizia a parlare, non so se parlasse con me o con se stesso, ma la sua voce era chiara come se lo facesse.

“Non mi è mai capitata una cosa del genere, stavo dormendo in beata tranquillità nel mio letto, mia moglie al mio fianco che mi abbraccia mentre dormiamo e il tepore delle coperte invernali che ci scalda dal freddo di questo giorno invernale... Mentre dormo resto in dormi-veglia, uno stato di semi-coscienza dove il cervello dorme e veglia sulla stanza allo stesso tempo, ed è allora che accade, sento dei passi, come se ci fosse qualcuno in casa, non mi preoccupo, non può essere, abitiamo da soli, ma i topi sono sempre presenti in questo tipo di abitazioni, solo che c’è qualcosa che desta la mia curiosità... Non sono passetti da topo, ma saldi passi umani, lo scricchiolio è inconfondibile... resto ad occhi chiusi, forse è un sogno. Sento la porta che si apre, non apro ancora gli occhi, sono effettivamente stanco e aprirli è faticoso. Sento anche il suo respiro, stringo l’asse sulla testata del letto, è mobile e la tengo proprio per evenienze del genere, poi...”

Prende un altra birra, la beve quasi alla calata, resta a fissare il bancone a testa china, alla fine prende il respiro e continua.

“apro distrattamente gli occhi e vedo una cosa stranissima, una persona adulta in piedi davanti a me, ma la cosa bella è che è luminescente, a un aura verdognola e mi guarda con occhi eterei, non sembra avere consistenza, non fluttua, ma si capisce che non è umano. Mi dice qualcosa, ma sono paralizzato dalla paura, non capisco, lui percepisce che non ho capito e mi dice di nuovo... - Vieni sulla mia tomba e porta una bottiglia di vino pregiato, bevila per metà e versa l’altra metà sulla mia lapide, rendimi questo favore e ne beneficerai per molto tempo - non potevo credere a quello che sentivo, allungo una mano verso la lampada per aumentare la luce nella stanza e mentre lo faccio vedo, dapprima, la luminescenza sbiadire poi i colori del corpo ed infine le linee sbiadiscono e scompaiono nel nulla. Mi sono alzato lo stesso, sento ancora la voce del tizio nella mia testa, i sono guardato allo specchio e avevo anche questo ciuffo di capelli bianchi che campeggiava sulla mia testa... mi sono vestito e sono venuto qui... ho paura e non so che devo fare... Omorzo, tu che faresti?”

mentre parlava avevo già afferrato un bottiglia di buon vino e l’avevo messa in un panno.

“prendi sta bottiglia e vai a fare quello e ti ha chiesto, che qui è ora di chiudere...”

Non vidi più quel signore, forse avrei dovuto dargli una bottiglia di vino migliore di quella, ma rimasi molto impressionato da quel racconto, da come stringeva il boccale per la paura, lo raccontava come se fosse davvero li con noi...

martedì 11 ottobre 2011

Cyberpunk

Cyberpunk

Drin drin.. drin drin

Eccomi arrivo – telefono del cazzo - …Pronto?
- sì sono io… dove? Al blowfish? Sono li tra 10 minuti…
<Cazo sono le tre del mattino… l’ora dei lupi e degli stronzi… se non mi servisse un lavoro rimarrei a dormire, ma dopo l’incidente del mese scorso sono a secco… maledette corporazioni, fanno il porco del comodo loro e chi ci rimette è sempre un poveraccio… in questo caso io…>
Mentre scende le scale verso il piano di sotto della sua umile… molto umile casa Tyron pensa solo a come sopravvivere un altro giorno in questa città… Si veste alla bene e meglio, prende il giaccone, lo zaino con gli attrezzi del mestiere e carica un paio di congegni strani nelle manice del cappotto
<niente pistola… né fucile… maledette corporazioni…>
Scendendo le scale si schiarisce un po’ le idee e stira il collo che fa rumori di ossa incriccate pesantemente. Arrivato davanti la porta guarda dal buco dello spioncino, non si vede niente…

<Figli di troia… lo sprawl non è mai così calmo, non mi fregate a sto giro… maledette corporazioni>
Aprendo la porta Tyron si vide accerchiato da 3 uomini, uno con la pistola e 2 con le sprange di ferro, quello armato era in preda ad una crisi di astinenza, bianco in volto, tremava e sudava copiosamente, quando il sudore toccava la canottiera questa cambiava colore ed era attualmente di tanti colori diversi. I ragazzoni con le spranghe non facevano tesoro dei loro segreti e mostravano smargiassamente i loro bracci cybernetici, ogni loro parola e risata sembrava provenire da vecchi programmi che pronunciavano malamente le parole scritte al computer… Non erano più molto umani…
<Dacci tutti i soldi che hai stronzo… Suibito> <hai sentito cioccolatino? Svota le tasche e già che ci sei togliti quel bel cappotto, paparino ne cercava uno uguale…> <sìsì hahahahahahah>
Le cose andavano di bene in meglio, 3 cyberstronzi in cerca di grana e sangue…
<sentite ragazzi, non voglio litigare, devo andare a fare un lavoro, non mi rendete la vita facile con quel ferro e quelle mazze… non voglio farvi male…>
I tre si guardarono in faccia e si misero a ridere per 10 secondi e distolsero lo sguardo per quel tanto che bastò a Tyron per afferrare uno dei congegni che aveva nella manica.
<sai che facciamo merdina? Ora ti sparo e poi mi prendo tutto quello che hai, che ne dici? Così oltre il lavoro perdi anche la vita> <già ahahaha la vita ahahahaah> <mmmm>
Le cose miglioravano si sentivano forti ed avere un ragazzone disarmato è un grnade incentivo.
<ultima possibilità… lasciami il passo o non avrai più niente di cui ridere mozzarella>
L’ultimo insulto di rimando fu sufficiente per far scattare il cane della pistola che esplose un colpo che colpì il muro dietro Tyron, lui non fece una mossa, impassibile, mentre i 2 scattarono con le spranghe. Un colpo da destra verso sinistra, facile da schivare, schiavto il colpo la spranga colpì il braccio dell’amico che cercava di attaccare da un altro lato. L’uomo armato di pistola iniziò a gridare. Tyron misa la mano in tasca ed estrasse una radice di liquirizia ed avanzò verso il tizio con la spranga che l’aveva mancato. Afferata la mazza la torse ed il braccio dell’uomo seguì il movimento aprendo la guardia e la strada per un calcio di taglio che spezzò le costole del malcapitato. Caduto a terra l’uomo prese fuoco e iniziò a gridare furiosamente. L’altro giaceva a terra con il braccio dolorante, bastò colpire con un calcio il braccio per farlo urlare come una donnicciola e poi svenire dal dolore. L’ultimo riprese la mira ma le dita erano sudate e scvivolavano, in più la pistola tremava molto. Mise la mano contro la canna della pistola e disse
<Spara ciccio o scappa con tutte le forze che ti sono rimaste e vai a morire lontano da casa mia>
 l’uomo premette il grilletto ma il colpo esplose nel caricatore e non contro Tyron…  si vide solo sangue e ache lui iniziò ad urlare, ma raggiunto da un colpo alla testa dello scarpone di Tyron prese fuoco e smise di parlare e gridare…
<che merde che siete… eravate… la tecnoilogia va utilizzata con cura e non come fate voi… mi avete fatto sprecare 3 oggettini molto utili, ma è stato più forte di me… Alla fine ci ho guadagnato una pistoletta> afferrò il pezzo e fece uscire dalla canna quello che c’era dentro, un piccolo congegno a cilindro, o quello che ne rimaneva che ha fatto detonare il proiettile prima che uscisse dalla canna.
<amico mio lavori sempre molto bene… peccato per le due cartucce delle scarpe, quelle mi ci vorrà un po’ prima di ricaricarle…>
Così s’incamminò verso il bar del pesce palla, un bar malfamato della peggior specie, chi entra lo fa a suo rischio e pericolo diceva l’insegna fuori… per arrivare Tyron schivò un gruppo di booster che inseguivano una donna appiedata e un AV della polizia che cercava qualcosa in una zona dove la legge non esiste più… boom un lanciarazzi a ricerca lo ha appena ricordato…
<poliziotti del cazzo, servi delle corporzioni o dei migliori offerenti della piazza, ci saranno al massimo 5-6 poliziotti onesti in tutta sta merda di città> sospiro e stozzata della liquirizia <se avessi ancora il mio AV, sapete una di quelle cazzo di macchine che vola, me ne andrei… ma chi volgio prendere in giro, questa città ti prende l’anima se me ne andassi tornerei dopo un mese massimo>
Camminato per altri 10 minuti si trovò in un parcheggio pieno di motociclette e macchine vecchio tipo molto scassate, si fa strada con cautela per non far cadere una moto e va alla porta dove un tizio più acciaio che carne gli fa
<Perché sei qui?>
<birra e lavoro, meglio lavoro e poi birra>
<Entra>
Detto ciò una luce illuminò uno dei suoi occhi e una serratura metallica con suoni elettronici e meccanici si aprì alle sue spalle.
Una volta dentro le luci lo sopraffecero e la musica offusco l’udito, con le mani in tasca e passo sicuro si diresse al bancone per chiedere una birra e li fu affiancato da 2 uomini…
<Seguici>
Sempre troppe poche parole, per fortuna la birra arrivò tempestivamente e li seguì verso l’inizio di una nuova avventura.

martedì 27 settembre 2011

Yorus... Iniziò così

Una spiaggia bianca dalla sabbia fine, palme colorate e un sole che scalda, una leggera brezza inizia a tirare, sulla spiaggia compare un pezzo di legno, un cesto e una blusa, un uomo alto e magro, dai lineamenti scavati dal sole e la pelle d’ebano si avvicina, il cappello a falda larga gli protegge a testa e gli occhi da eventuali fastidi praticati dai raggi del sole, cammina immergendo i piedi nella sabbia come a volerne saggiare la consistenza, giunto alla spiaggia osserva con attenzione gli oggetti e incuriosito dalla blusa entra in acqua per prenderla, fu solo allora che si accorse che non era solo una blusa, bensì era un naufrago.

Preso da un attimo di panico si tuffa e inizia a tirare il corpo sulla sabbia, mentre lo faceva si chiedeva il perché, poteva già essere morto o comunque poteva essere un uomo malvagio, ma senza pensarci l’aveva fatto. Trascinato il corpo sul bagnasciuga gli mise un orecchio in petto per sentire il suo cuore, era molto debole ma il battito era presente.

Non respirava, il viso molto bianco, se non era morto ci mancava davvero poco. Urlò qualcosa ai suoi uomini ed inizio a cercare il punto preciso sul petto per cercare di praticare le manovre di base per ripristinare i segni vitali.

 Dopo alcuni minuti di tentativi di far ripartire la respirazione arrivarono alcuni uomini con 2 aste e un lenzuolo attaccato a mo di barella, alla bene e meglio lo sventurato aveva iniziato a respirare e aperti gli occhi osservò in maniera distratta e senza coscienza di quello che accadeva chi gli stava intorno. “Mi capisci, riesci a sentire la mia voce?” le parole dell’uomo scivolavano come acqua su una roccia senza sortire alcun effetto, allora tentò con un'altra lingua, ma niente, per fortuna Alì era un uomo di grande cultura e conosceva i principali idiomi del creato, ci mise un po’ ma trovò il linguaggio giusto.


Cosa mi è successo – disse tra sé e sé mentre si guardava intorno e osservava la sua mano come se fosse la prima volta – ricordo poco o niente, sinceramente non so nemmeno come mi chiamo… nella mia testa c’è un gran vuoto, sento l’eco di un rombo… una risata sommessa e poi un freddo che mi avvolgeva stretto fino alle ossa… poi, poi più niente, ho aperto gli occhi e c’era solo quel signore, l’unico che riusciva a parlare e farsi capire. – detto questo si mise seduto sul letto e osservò il letto, i pavimenti, le mura e l’ingresso, arrivato all’ingresso vide una donna, sicuramente una serva, iniziò a parlare ma quei soni non riusciva a ricondurli a nessuna parola conosciuta.


La donna dopo un paio di tentativi uscì dalla stanza e torno con a seguito un uomo alto e magro:

- Buongiorno! Finalmente ti sei svegliato. – disse e si mise seduto su una sedia posta al lato del letto. – allora ricordi qualcosa? Come ti chiami e da dove vieni?

- No signore, non ricordo granché e non so come mi chiamo. La volevo ringraziare per avermi salvato, mi può dire dove mi trovo? – il viso era contratto quasi in una smorfia, forse provava dolore, ma dopo un attimo si riprese e guardò dritto negli occhi l’uomo e attese la sua risposta.

- Ti trovi nel Regno del Sud, le terre delle sabbie e dei vulcani, una terra di meraviglie, una terra che nasconde misteri e tesori… Comunque io mi chiamo Alì Mubay, sono colui che ti ha trovato e salvato.
- Grazie Alì, io mi chiamo… Purtroppo non lo so, come penso al mio passato inizia a farmi male la testa. Mi spiace.

- Non dispiacerti, nei giorni che sei stato a letto ho chiesto un po’ in giro per sapere cosa fosse successo e ho scoperto che eri su una nave, la “lama dei mari”, essa è affondata con tutto il suo equipaggio 7 giorni fa, nessun sopravvissuto… tranne te ovviamente. La nave proveniva, originariamente dal lontano Nord, terre di ghiaccio e brutalità. – il naufrago ascoltava in silenzio, immagazzinando tutte quelle informazioni e cercando qualche richiamo nella sua mente devastata, non ottenne grandi risultati, solo quando sentì che veniva dal nord ebbe un flash di neve e ghiaccio, corpi gelati e sangue. Fu un attimo ma ne rimase scosso e Alì lo notò e smise di parlare di quell’argomento. – Bene, ora cosa vuoi fare? Sembri ristabilito e qui c’è molto da fare, come prima cosa ti servirebbe un nome… idee? – era un mero tentativo per vedere se la domanda improvvisa gli risvegliasse qualcosa. – Ovviamente no. Per ora ti Chiameremo Cashid, ti piace?

- Sì, può andare, suona bene.

Alì si guardò bene dal dirgli che Cashid, nella lingua del Sud, vuol dire naufrago, per lui era comodo, così le persone capivano a volo di chi stesse parlando e nella sua lingua non significava niente.
Passarono giorni, settimane, mesi e Cashid cercò di rendersi utile più che poteva, nessuno gli parlava tranne Alì e a lui andava bene così, a quell’uomo doveva la vita e fino a che non si fosse sentito di aver ripagato quel debito sarebbe rimasto lì.

Alì era un archeologo, andava in giro per le terre sabbiose in cerca di tesori e rovine, non tanto per i soldi, che a lui non mancavano, ma per scoprire la verità sugli Anatema, la religione ufficiale dei Sangue di drago diceva che essi erano dei demoni incarnati e che portarono il mondo allo sfascio fino all’arrivo dell’imperatrice scarlatta che riuscì a salvare il Creato dagli attacchi dei fatati e dei morti risvegliati, ad Alì non ridavano i conti, i testi, per quanto scritti bene, sembravano anacronistici, scritti molto dopo ed enfatizzavano la crudeltà degli Anatema e la misericordia dell’imperatrice, una donna ben nota per il suo pugno di ferro e l’innate abilità politiche, tutto tranne che misericordia.

In quei mesi girarono parecchio e trovarono un mausoleo di un antico Anatema, ma la voce si sparse e ben presto arrivarono sciacalli e monaci Immacolati e si appropriarono dello scavo, per fortuna riuscirono a prendere una spada e un diario scritto in un idioma antico, Antico Reame lo definì Alì.

Di lì a poco si presentò una donna di Chiaroscuro, la metropoli più grande e vicina al paese costiero di Alì, si presentò come Mia, era in cerca di Alì per chiedere di fargli da assistente, la sua fama era grande e la sua voglia di conoscenza anche. Cashid però nutriva qualche dubbio, non lo disse mai ad Alì che era molto fiero di quella situazione… Erano passati mesi e Cashid chiese ad Alì se gli insegnava qualche parola in fiamma, Alì iniziò dai concetti base, “fame”,”sete”,”sonno” e gli insegnò una frase per provarci con le donne “ho un herpes genitale solo per te”, non si sa bene perché , ogni tanto si devertiva così...

Aranel ed Hermes

Questo racconto è tratto dalle memorie di Aranel e narra il suo incontro con l'amore della sua vita...



La brezza soffia dolce ed entra attraverso le tendine della finestra, mi piace sentirla accarezzarmi il viso e i capelli, mi sento leggera e felice quando soffia questa debole brezza autunnale.

Mi affaccio alla finestra e vedo il Sole che sorge in tutta la sua forza e imponenza, riesco a scorgere nitida la sua sagoma gialla che si staglia contro l'orizzonte, mentre i suoi dolci raggi candidi invadono il Creato scacciando le ultime ombre della notte. Mi sembra una giornata splendida, inizio a prepararmi per andare a lavoro, e una strana sensazione mi assale, mi è già successo altre volte, mi sembra di poter capire che quella sarà una giornata particolare, sta per succedere qualcosa... Senza ignorare la mia sensazione finisco a prepararmi e vado in locanda per la colazione, e poi mi dirigo in bottega dove mi aspettano i miei libri.

La mattinata trascorre in un baleno leggendo e traducendo un vecchio manoscritto, ad ora di pranzo esco per andare in locanda, il Sole ormai si trova allo zenith e i suoi caldi raggi mi pervadono e mi riscaldano, donandomi tranquillità, mentre mi dirigo alla locanda un vociare intorno a me richiama la mia attenzione e dalla folla arriva un ragazzo e mi chiede di seguirlo:” Turok ha bisogno di lei” così mi dice, corro al palazzo.

All'esterno trovo un carro malconcio, la sensazione di questa mattina ora è diventata una certezza, sta succedendo qualcosa, e una voce dentro di me mi dice: “qualcosa che cambierà la tua vita”. Salgo il più velocemente possibile e mi dirigo verso l'alloggio di Turok, entro e lo trovo chino su due persone, avvicinandomi le distinguo: sono un giovane uomo e un uomo più anziano, potrebbero essere padre e figlio ad una prima occhiata.

L'uomo più anziano ha i capelli grigi, gli occhi socchiusi, il viso contratto in una smorfia di dolore e respira affannosamente. Lo sguardo scende sul corpo massiccio e muscoloso ma pieno di ferite e lividi, tanto da renderlo debole e indifeso allo sguardo di un estraneo. Tra i brandelli di vestiti sporchi di sangue rappreso scorgo delle vistose ferite.
Ponendo delicatamente le mie mani sul suo petto riesco a sentire il debole battito del cuore e percepisco la sua vita che fluisce lentamente fuori da esso, ma sento anche un ostacolo al suo fluire: qualcosa lo tiene ancora in vita nonostante le pessime condizioni fisiche. L'unica possibilità di farlo sopravvivere è sfruttare questo suo ultimo desiderio.
 Dopo avergli curato le ferite, disinfettandole e cucendo le più gravi, infondo in lui un poco della mia essenza cercando di donargli quel soffio di vita necessario per poter compiere il suo ultimo desiderio: non posso fare più di questo. Mi avvicino al suo viso, sposto la testa di lato e sussurro nel suo orecchio “tra poco ti riprenderai e potrai portare a termine il tuo ultimo desiderio, che la tua prossima vita possa essere migliore di questa”.

L'uomo al suo fianco è giovane: i capelli lisci e neri sporchi di sangue scendono sul suo viso, il respiro è debole ma costante, sembra dormire. Il corpo è muscoloso ma magro, scattante, non sembra soffrire, eppure le sue ferite sono molto gravi, accosto le mani al petto, il battito del cuore è debole ma ritmato, la vita non fluisce al di fuori di esso, c'è una speranza di salvarlo.

 Gli tolgo i brandelli di vestiti che ha addosso, pulisco con cura tutte le ferite e metto dei punti alle più gravi, sento di nuovo con le mani il suo cuore e percepisco un cambiamento nella sua essenza, mi concentro e capisco che se la caverà e presto si sveglierà, ma ha bisogno di altre cure, decido di passare la notte al suo capezzale.
La notte passa con tranquillità, l'uomo migliora di minuto in minuto e sembra stare sempre meglio. Dopo essermi accertata delle sue condizioni ed essermi resa conto che il miglioramento era veloce e sicuro, cedo al sonno e crollo sulla sedia seduta tra i due feriti.

Inno del cacciatore

La bruma è tutt’intorno a me, mi ricopre e copre tutto il campo, la luce della Luna filtra lieve tra le nuvole. Annuso l’aria e cerco qualcosa, il mio istinto mi porta a una piccola radura, sento le gocce di pioggia che iniziano leggere, camminando decido di mutare nella forma del lupo così ch’io possa muovermi inosservato e possa potenziare tutti i miei sensi.

Il mondo cambia intorno a me, muta in poco tempo, la mia vista scarseggia ma in compenso percepisco tutti gli odori del mondo.

Corro silenzioso in mezzo agli alberi fino a che trovo la mia preda… non mi vede, non mi sente faccio un passo, procuro un leggero rumore per far sì che percepisca una presenza, drizza le orecchie e si gira nella mia direzione, mi muovo silenzioso intorno a lui, la pioggia mi favorisce diminuendo la capacità di percezione degli odori… gli sono alle spalle, attendo, faccio un altro piccolo rumore per far capire che qualcosa non va, allora sento un odore familiare, particolare… l’odore della paura… in quel momento decido di scagliarmi alla sua gola…

Lo colpisco e serro i denti contro di lui, prova a dimenarsi ma non respira bene, assaporo il suo sangue addentato la sua carne, gli tolgo il respiro e mi cibo della sua carne… mi fermo ad assaporare la vittoria, banchetto e onoro la mia vittima…

Torno verso la civiltà, riprendo sembianze umane, sereno e soddisfatto.



La civiltà è grezza, senza anima, gli odori sono confusi da altri, cemento e bitume coprono molti altri, gli uomini non sono più capaci di ascoltare le cose, di assaporare la vita e si crogiolano nell’odio e nell’indifferenza, governati dalla paura.

Girando per le strade della città, ascolto molto e le mie sembianze quasi umane incutono il giusto timore per far girare lontano quasi tutti… poi accade, sento un urlo, una donna attaccata, forse uno stupro. Mi avvicino, la caccia non è ancora finita… mi metto in maniera da poter osservare e non essere osservato… sono in 2 e lei è sola, mi muovo rapido facendo intravedere solo la mia ombra contro il muro, uno di loro si gira, il suo sesto senso lo avverte, ma non si fida… gli sono alle spalle.

Emetto un piccolo ringhio, si placano, i loro cuori corrono all’impazzata, la loro paura aumenta a dismisura non hanno il coraggio di voltarsi e la cosa mi fa sorridere. Stringo un pugno facendo scricchiolare le mie dita, colpisco uno di loro ai reni e lo faccio volare contro un muro poi mi scaglio contro l’altro facendolo cadere faccia a terra.

Punto un ginocchio sulla schiena e aspetto che la paura diventi folle, la donna mi guarda paralizzata, non può vedere il mio volto per via della maglia, lo stupratore si gira verso di me lentamente, quando si sente pronto sferra un colpo per farmi allontanere ma praticamente è a rallentatore, lo blocco all'altezza del polso, lui urla vorrebbe parlare ma non gli esce la voce, la mia mano serrata forte sulla sua gola lo porta piano, piano verso il mondo dei sogni, quando il viso si fa rosso lo lascio cadere.
Riprende fiato, ormai è a terra le gambe nude e il suo pendaglio toccano l'asfalto, non capisce bene cosa è successo, cerca di rialzarsi ma davanti ci sono io. Gli ringhio contro e lo colpisco in fronte... Vola verso il muro, un suono sordo... nessun respiro solo il battito del cuore della ragazza spaventata, mi giro e m'incammino...
Questa caccia è finita... per ora

La notte di Ognissanti...

Non tutti sanno l'origine della festa di Ognissanti o Halloween, il consumismo ha cambiato tutto, ciò che era tradizione ora è un modo per far soldi.
Vi dico una cosa questa "festa" ha un significato più profondo e delle radici così salde nello spiritualismo da far passare i brividi.
Nella Vigilia di halloween le persone si vestono con faccie cattive o da personaggi tertri, streghe, zombi e anche Vampiri... perché?

La risposta è da cercarsi nell'antichità quando l'occhio del cuore non era completamente opaco e le persone riuscivano a sentire cosa c'è al di là del Velo...
La tradizione imponeva di apparecchiare anche per i defunti, e di onorarli....
Ora la ragione non lo permette... ma sapete una cosa, qualcuno sente ancora. Col passare del tempo le persone hanno cominciato ad avere paura dei fantasmi e quindi mettevano maschere per non farsi riconoscere e allontanareli... Da qui una serie di procedimenti hanno portato a quello che oggi è halloween.

Ma Ieri notte Vi è successa una cosa strana, mentre vi preparavate prima di andare alla festa, a cena fuori o a rimanere a casa avete avuto un brivido lungo la schiena, la stanza si è improvvisamente freddata e le luci hanno tremato, vi siete girati istintivamente per osservare alle vostre spalle sentendovi osservati... ma non c'era nulla...
Avete continuato a fare ciò che stavate facendo ma con un timore nel cuore, la vostra mente ha cominciato a vagare e il pensiero è caduto su quello che vi ho appena raccontato, spiriti di morti, la vigilia di ognisanti...
scuotete la testa per scacciare questo pensiero ma ormai l'avete espresso e vi ha accompagnato per il resto della serata...
Passata la mezzanotte vi siete sentiti in salvo, anche chi di voi non ci aveva più pensato, ma per qualche strana ragione i vostri occhi hanno cercatoun orologio proprio a mezzanotte... le 00:00, un sospiro di sollievo in voi, un sorriso sul vostro volto e la serata riprende senza intoppi...
Avete fatto tardi, chi ha avuto avventure amorose, chi si è divertito con molto alcool e chi ha riso fino a sentirsi male....
Vi avviate verso casa, sono quasi le 3, rientrate a casa e vi cambiate per il letto... è stato allora che l'avete sentita... l'avete vista...

"Aiutami... ti prego...."
vi siete ghiacciati sul posto, il cuore ha accellerato d'improvviso, non avete avuto il coraggio di andare avanti
"Ti prego, voglio riposare anch'io... ma non mi è permesso, tu mi puoi sentire ti prego aiutami..."
Non fate nulla, siete come paralizzati, il vostro cervello sta rigettando tutte le opzioni di veridicità della cosa...
"tornerò... Ti Prego aiutami..."


i muscoli del vostro corpo si rilassano, come se avvertissero che lei nn c'è più. non riuscite a dormire bene e il pensiero vi rimbalza dentro per tutto il tempo...

Creatura della notte...

Mi chiedo spesso chi sono, perché sono qui… Non respiro e i miei occhi rifulgono la luce del sole…

Non ho un età… vago di notte per le strade parlando con la gente e picchiando sconosciuti, rubo il respiro agli uomini, assaporo la loro carne, il loro sangue vivo sgorga dentro di me, rinvigorisce le mie membra morte e avvizzite… io penso, il pensiero corrode, divora, ti toglie quel po’ di anima che rimane dopo che qualcuno ti ha scelto, a volte senza motivo, per farti vedere la decadenza di un mondo fatto di uomini imperfetti che degenerano e che distruggono il loro mondo.

Non sono umano, non più, vivo da troppi lustri e mi accorgo notte dopo notte che gli umani non capiscono proprio nulla dei loro vantaggi e dei doni che gli sono stati concessi.

Io possiedo poteri che tutti anelano, una forza sovrumana, velocità, potere di aderire alle pareti e di condizionare le fragili menti, ma darei tutto per rivedere il sole e la brezza mattutina, assaporare un piatto di cibo… qualsiasi cibo… Eppure non sarà così… non so perché mi ostino a non vivere, vedo donne bellissime e il sol pensiero di sfiorarle me le fa vedere senza vita accanto a me, ho un mostro dentro, una bestia terribile assetata di sangue. Sono macchiato dalla maledizione di un altro, trasmessa dal sangue con il sangue… qualcuno direbbe che è paragonabile a una malattia venerea o all’AIDS, ma non è così.

Non sono l’unico, ce ne sono altri come me, troppi, girando li vedo, li sento, percepisco i loro sguardi e la loro invidia per la Vita è palpabile anche se nascosta da un velo di superbia che la fa passare per superiorità.



Ho ceduto una volta ad un agrodolce sapore d’amore… una donna è entrata nella mia non vita e ha portato un raggio del vecchio sole sul mio cuore… la vedevo, la sentivo… anche se non ho più istinti sessuali lei li risvegliò in me. L’ho amata come una regina e quando la bestia in me la uccise… il cielo si tinse del colore del sangue e non ci fu nessuno che placò il mio dolore… Rabbia e odio sono le cose che mi spinsero ad andare avanti per molti anni…



È strano, la chiamano la danza macabra, la nostra non vita, avvicinare una donna, sfiorare la sue pelle liscia, sussurrarle parole dolci e farla cadere in una trama mentale, menti fragili, uomini senza spina dorsale, piegati dalla scienza e senza più immaginazione, credono di sapere tutto e tremano davanti al minimo mistero che li sfiori, mi fanno ridere.



Porto la donna con me in una casa, a volte la mia, metto su un disco di musica appropriata e danzando la inebrio, la posseggo mentalmente e poggiando i miei denti sul suo collo penetro la pelle e mi nutro del suo sangue, l’effetto su di lei è una specie di orgasmo… si addormenta con il sorriso e non riaprirà più gli occhi…



Questo il mio tormento… questa la mia vita… assaporala anche per me…

Spaccato di vita del villaggio di ORGRIMMAR

Sono passati tre giorni ormai dalla fine della battaglia contro i figli del male, le persone cominciano a sentirsi più tranquille e la ricostruzione ha inizio, dove un tempo c’era l’edificio principale e sede dei capi della città di Orgrimmar ora c’è una grande tenda militare, ampia e confortevole, all’interno vi è Turok, capo della città e figlio sommo del Sole Invitto, lui ha sfidato l’impero dei sangue di drago e si pone come nuovo baluardo per le genti libere delle terre degli sciacalli. Seduto alla scrivania controlla alcuni documenti riguardanti i danni e le perdite del villaggio, al suo fianco un martello gigante poggiato nel terreno battuto si erge mostrando gloria e potenza, “maglio del giudizio” così lo chiama… sul fianco opposto la sua armatura di piastre e riposta sul trespolo pulita e lucidata.
Le labbra si muovono in parole solo pensate, ce la faremo a contrastare l’imminente caccia? Gli uomini sono provati, le donne spaventate, anche se riportiamo vittorie su vittorie, arrivano sempre più organizzati e potenti… Un raggio di sole penetra tra le pieghe della tenda aperta da Aranel, stregona e medico del villaggio, il volto scuro, il viso rigato da una lacrima asciugata di recente, si fa avanti e senza parlare poggia dei fogli con il numero di vittime e superstiti… entrambi contemplano in silenzio le perdite, non sono molte ma poco a poco cominciano ad essere sempre meno soldati vivi.
Non ti preoccupare Aranel, non siamo soli, ce la faremo.
All’esterno i superstiti ricominciano a vivere, i carri ripartono per i campi, i mercanti vanno e vengono, le fucine battono il ferro, i soldati danno una mano a ricostruire, in un angolo della caserma Mizar parla con Aldair, eccelso corrotto che vuole redimersi, la sua presenza non è molto gradita agli occhi di tutti, è inquietante e potrebbe fare il doppio gioco, ma Mizar si fida ancora di lui e la cosa tanto basta a Turok per permettergli di restare, al di fuori del villaggio Hermes “volpe Argentata” e Ambra “signora della notte quieta” perlustrano con il corpo speciale ninja le zone limitrofe per fare una ronda veloce a lungo raggio. All’interno della locanda del Pesce Palla il grande Michelangelo dell’alabarda insieme al fido Esculapio intrattengono cittadini e stranieri con storie di battaglie epiche e sfide mortali, nella bottega della piuma leggera Aranel si mette a studiare metodi di medicina antichi ma tutt’altro che superati, tra i libri che sono sulla scrivania ve ne sono molti con titoli impronunciabili che emanano magia ed essenza, lo studio e scuro e silenzioso, candele illuminano anche di giorno e i vetri sono leggermente oscurati per garantire privacy.
In una fucina lontana e grande più del doppio delle altre, mastro Kell lavora incessantemente a nuovi ammennicoli e potenti armi la cui provenienza tecnologica è ormai andata persa negli anni, sono tutti indaffarati e concentrati in qualcosa…

Racconto di un viandante che si fermò nella Locanda

Il seguente Racconto è riportato in una tesi di Laurea come pre-introduzione alla stessa. Lo scrittore, Fil, si è espresso così:

Era un freddo inverno e i Cavalieri della Luce Perpetua stavano appostati alle pendici del Monte Aquila in attesa del segnale.
Il gruppo era composto di una dozzina di uomini scelti, ma la zona incuteva timore fin nei cuori più puri...
Il silenzio e il vento erano i compagni di lunghe attese passate nel bosco sottostante, ormai non si poteva più tornare indietro bisognava attaccare e recuperare il Passo del Tempo Perduto, un valico che spacca in due il Monte Aquila e che porta alla vallata del Conero. Nebbia e ghiaccio ricoprivano strato su strato le armature dei Cavalieri della Luce. Alla loro testa Lord Neth manteneva saldo l'animo della squadra. I giorni passavano e il ranger Sid ancora non si era fatto vivo, tutti speravano ancora in lui...
Era una tarda notte quando un fischio familiare mise tutti in allerta: era il momento di muoversi!
- Tenetevi pronti - sibilò Lord Neth.
C'era un gruppo dell'Ordine delle Aquile Nere a presiedere il passo, ma il ranger aveva trovato il modo di transitargli alle spalle. La notte passò di ombra in ombra; passi leggeri, silenzi obbligati, respiri soffocati. Dalla luce si nascondevano per non essere visti tra le foglie, per resistere ancora un giorno.
...Scese la notte...
Un fuoco si accese nell'accampamento nemico, profumo di legna che arde, odore di selvaggina arrosto, vino e molti... troppi giorni di tranquillità in quei cavalieri neri. L'ozio può essere il più formidabile dei nemici e loro erano ignari di ciò che gli stava per accadere...
Si disposero a semicerchio, nascosti tra gli alberi, intorno all'accampamento. Sid fu il primo ad aprire le danze: una freccia tagliò il vento e sibilando sommessamente andò a conficcarsi profonda nell'armatura nera di una sentinella. Nessun rumore e nessun grido, la situazione sembrava paralizzata, tutti aspettavano l'azione di Neth...
Una saetta lignea sbucò improvvisamente dai cespugli e si conficcò nel terreno a pochi passi dal fuoco i cui bagliori illuminavano l'emblema della casata della Luce, una testa di leone. L'attimo di sorpresa che ne seguì si trasformò subito in terrore cieco quando il capitano si fece avanti a passi decisi uscendo dal fogliame.
L'attimo di esitazione fu troppo lungo...
Sangue e urla si fusero in quella notte gelida e luna e stelle godevano del macabro spettacolo accarezzando i volti dei Cavalieri della Luce rendendoli ancora più spettrali.
Una trentina perirono subito sotto le sferzate della Luce, l'avamposto sembrava ormai conquistato. D'un tratto un corno suonò, superando d'intensità il fragore della battaglia per poi morire straziato dall'ultimo respiro dell'uomo che lo impugnava.
Poco ci volle per vedere in lontananza un polverone nero che oscurava le curve del Passo del Tempo Perduto. Erano a cavallo ed erano troppi per poterli affrontare senza gravi perdite. Sid spense il fuoco e soffocò le ultime grida dei cavalieri agonizzanti sul terreno reso morbido dal sangue. Ma quelli correvano nel buio dritti verso di loro, senza esitare come se li fiutassero nella notte...
- In posizione di difesa! Scudo e lancia! - urlò Lord Neth.
- La luna illumina le nostre anime e le stelle ci mostrano dove colpire, senza timore, senza indugio, ancora una volta. I fremiti che sentite dentro di voi sono la vostra Luce, usateli e respingeremo l'Inferno! -
In lontananza la voce di un bardo sembrò intonare l'Inno della Luce, mentre l'Alba illuminava di rosso la vetta del Monte Aquila che ora pareva avvolta dalle impietose fiamme infernali. Uno stendardo si erse nella luce, in alto...un'insegna con l'effige di un lupo! La seconda armata dei Cavalieri della Luce.

Armature lucenti su cavalli pesantemente bardati mandavano bagliori accecanti sul fianco della montagna mentre altrove avanzava senza sosta la nebbia carica di terrore.
- Siamo ancora in tempo per vedere l'Inferno Signore? – chiese il soldato Ivan con un sorriso sprezzante.
- Loro pensano di conoscere il terrore, ma non hanno mai visto il fervore che ci da la Luce! – gridò Lord Neth, spalancando gli occhi, colmo dell'impazienza del guerriero feroce deciso a ghermire la sua preda con la lama della sua spada.
- Caricate dal fianco appena entrano nella scia dall'alba e non fate prigionieri! - ordinò Lord Neth.
Questa fu la guerra che unì gli Ordini della Luce e dei Lupi Selvaggi, ma tutti da tempo avevano già un nome solo:
“CAVALIERI DELLA LUCE PERPETUA”.


Tratto da: "Storie della Locanda Pesce Palla"

venerdì 19 agosto 2011

La notte delle streghe

   Il 17 Agosto sono stao alla notte delle streghe a Castel el Monte, voglio scrivere quanto mi è piaciuto, per coinvolgimento e atmosfera.

arrivati a castel del monte abbaimo trovato il paese in festa, tutti ridevano, bevevano e scherzavano intorno all'idea della notte delle streghe, per il paese si aggiravano persone di tutte le età con cappelli a punta e vestiti lunghi neri, chiromanti ai lati della strada e le immancabili bancarelle lungo il corso principale del paese, tutto si respirava tranne che aria da streghe, fino a quando è iniziato il tour dello spettacolo.

In 130 alle 00.20 ci siamo messi a seguire 2 pastori che ci hanno guidato in mezzo alle viuzze del paese che ha iniziato a popolarsi e rivivere come nei primi anni del '900. Rigorosamente in dialetto del luogo abbiamo attraversato il paese e ascoltato la storia del "rito delle sette porte" (non lo scivo in dialetto perché potrei commetere errori :D).

Per prima cosa incontriamo un giovane che leggendo una lettera viene a sapere di essere stato arruolato per andare in guerra sotto Vittorio Emanuele III, arrivato un amico o un cugginetto iniziano a parlare delle Streghe e della loro esistenza o meno e li veniamo a sapere che, secondo lui, le streghe sono frutto di ignoranza, le persone quando non capiscono qualcosa lo additano ad eventi soprannaturali, ma che lui non ci crede assolutamente. Finendo per dirci che più avanti avremmo trovato persone che credevano nelle streghe... Salutandoci ci invitò ad andare a vedere.

Ci muovemmo lungo una viuzza stretta fino ad arrivare in una piazzetta sopra la quale c'erano 3 "autentiche" streghe le quali con tono cattivo ci inizano a dire chi sono e che cosa fanno, le streghe non hanno paura di neinte, neanche delle croci ci dicono, non si poosono fermare e non c'è niente che le spaventi.

la serata continua per le viuzze strette, per strada ne vediamo tante, il trio intorno al calderone, le donne che cantano fino ad imbatterci in un evento strano, una donna contraddice una strega le quale fa un malocchio al figlio il quale inizia a fare schiuma dalla bocca.

Allora dopo aver provato con il medico iniziarono a provarne di tutti i colori fino al famoso rito delle sette porte, passando per il paese vediamo anche gli uomini che non credevano ad una sola parola e che era una questione prettamente femminile.

Fatto sta che i metodi contro le streghe aumentavano e che le streghe non sempre se la passavano bene. Mettere una scopa dietro la porta e altri metodi strani le distraevano fino a che non sorgesse il sole distraendole e impedendo loro di succhiare il sangue dai bambini.

Dopo circa 2 ore passate tra i vicoli bui siamo arrivati alla scena finale dove con una bellissima coreografia ci hanno salutato e ringraziato di essere stati con loro.

Usciti dalla zona dello spettacolo ci attendeva un vino speziato e caldo, buonissimo il quale ha scaldato i più infreddoliti e ha allietato tutti gli altri.

Se vi capitasse mai andateci, è davvero un bello spettacolo. :D

domenica 14 agosto 2011

I Falsi Amici


  Questo è un argomento che credo tutti abbiano toccato, ma che diavolo in una locanda si parla un po' di tutto :D

Chi sono i Falsi Amici? Sono coloro che nelle storie tradiscono la nostra fiducia facendo un doppio gioco da spavento, a volte non danno alcun preavviso e sembra impossibile che lo facciano, ma lo fanno eccome...

Ho una brutta esperienza diretta con i Falsi Amici, odio le persone che vengono nella mia locanda, salutano e chicchierano  e alla fine non pagano, sapete è per questo che sul bancone ho un ascia bipenne di quando spaccavo teste...

La cosa peggiore sono che non solo vengono a scroccare, ma predicano anche, hanno da ridire, rompono le scatole, sono una cosa da panico, chiedono soldi, aiuto e poi non ricambiano mai il favore. Nel caso vogliano aiutare  affondano il coltello nella piaga o peggiorano la situazione, questo è il motivo principale perché ho messo come regola di vita che da ora in avanti non sprecherò il mio tempo di questa mia vita con persone che non mi piacciono o che non se lo meritano, mieterò qualche testa (virtuale e reale).

Voi avete Persone che volete mietere?

domenica 31 luglio 2011

Giochi di Ruolo - GdR

  Cosa pensate quando sentite parlare di giochi di ruolo?
Maili :D non sono mica i giochi come ad esempio il dottore e l'infermiera... o, per lo meno, non sono a sfondo sessuale.

Il gioco di ruolo nasce a scopo terapeutico, serviva per far aprire le persone chiuse e per aiutarle ad aprirsi facendo finta di essere altri, in più i bambini da sempre fanno giochi di ruolo, quando giocano ai pirati o agli indiani, quello è gioco di ruolo...

Guardate questa foto...






Questa foto cosa vi suscita?
A me un sacco di cose, una serata fra amici, birra buona dadi e un sacco di risate. Il gioco è questo, una simulazione in cui interpreti qualcun altro, i tuoi amici interpretano qualcun altro e il naturale risutltato è... un sacco di scene divertenti e moooooolte risate.
Le facce, le battute, i momenti di scazzo, sono tutti elementi fondamentali di un buona partite di ruolo. Io adoro giocare e Narrare, stare lì a raccontare una storia con dei pezzi mancanti riempiti dai tuoi amici è molto bello, le idee per risolvere situazioni e indovinelli, i combattimenti all'ultimo sangue dove il dado decide se vivi o muori... BELLO:

Parliamo un attimo del dado, nei giochi di narrazione chi regge il gioco descrive una scena ed i giocatori chiedendo e descrivendo a loro volta riempiono i buchi componendo e dipingendo insieme un quadro unico ed irripetibile, ma... c'è un fottuto ma...
Il Dado aggiunge l'imprevisto, per tutta la vita hai giocato a super mario e sai per certo che all'inizio del primo modo se parti sparato muori contro il primo fungo perché non raggiungi con un solo salto la piattaforma iniziale... è un classico, quindi la eviti. In un gioco la decisione di riuscire o meno deriva da 2 o 3 fattori, quanto il tuo personaggio è in grado di saltare, come descrivi il salto ed infine il risultato del dado con i vari bonus/malis da vari fattori. Bè per l'ennisma volta potresti passare il quadro o per un errore, più o meno banale, potresti non farcela e cambiare la sorte del gioco che stai giocando. Da tavolo è solo più parlato e meno visivo.

In definitiva, il GdR è un esperienza che consiglio a tutti almeno una volta, sperando che non incontriate le persone sbagliate che vi fanno giocare e vi fanno odiare di averli conosciuti :D


Voi che ne dite? Conoscete i GdR? Vi piacciono? Cosa vi piace? ditelo in tranquillità siamo amici, siamo contigui :D

venerdì 29 luglio 2011

Temporali...

 I temporali, pioggia battente, vento occasionale e lampi e tuoni, chi non ha mai visto un temporale e ne è rimasto affascinato o terrorizzato?



Io faccio parte di quelli che ne rimangono affascinati, perchè? Credo che il rumore del tuono sia rilassante e che il lampo sia spettacolare, voi non credete? Jovanotti fece un'intera canzone sulla pioggia che finiva con rombi di tuono, Celentano ne "il re degli ignoranti" cita proprio il rumore di un tuono lontano, in definitiva io gradisco molto, sia se sono in macchina che per strada, ma il suo massimo lo raggiunge quando sono in casa, finistre senza tende per godersi al massimo i lampi e, magari, sdraiato in procinto di dormire un po'.

Voi che ne dite vi piacciono i temporali oppure no? in caso Perché?

giovedì 21 luglio 2011

Il Fascino del buon Cattivo...

Sì, credo che tutti sappiate di cosa sto parlando, ma entrando nel dettaglio... Chi di voi non è mai rimastocolpito più dal cattivo che dai protagonisti?

Ci sono dei Cliché che conosciamo tutti e che tutti appreziamo o odiamo in qualche modo, vediamone un paio, forse di più.

Lo stereotipo del film/cartoni/storie e via dicendo del CATTIVO...
Io adoro i cattivi ben fatti, da copione però, non i VERI cattivi, quelli sono di un tipo odioso, non accettabili impossibili da compatire o accettare, il CATTIVO da copione è, di norma, una persona che ha sofferto moltissimo in un momento ben determinato della sua vita e questa sofferenza lo porta a reagire nella maniera più "semplice" che vedono, la vendetta. Duefacce ad esempio, una volta che l'acido deturpa il suo viso trova lo sfogo della sua parte più negativa, nel suo piccolo cerca sempre di dare una minima possibilità, il gestuale tiro della moneta che prende la decisione al posto suo lo mette in una posizione di vantaggio con un limite auto imposto, un tabù diciamo, se la moneta non dice che ti posso uccidere allora non lo faccio, almeno per un po'. Questo cattivo affascina per il suo cambiamento, un integerrimo personaggio votato alla "piena giustizia" che sviluppa una doppia personalità che lo porta ad agire sopra le righe  con metodi, a volte, tutt'altro che leciti, pur di raggiungere il suo obbiettivo.

Tra i Cattivi per eccellenza (restando in tema Bat-man ancora per un po') vedo il CAOS puro di Joker, psicopatico al 100%? Io non credo, uno psicopatico premeditato? Decisamente sì, mi piace? da morire :D
Questo Cattivo personifica follia e malvagità, ma ha anche una sorta di autoironia, anche lui "nasce" da una deturpazione che lo fa uscire di senno, ma che lo rende molto interessante, nella cinematografia abbiamo 2 Joker di tutto rispetto, Jack Nicholson

Rappresenta un aspetto del Joker più fummettistico e, per certi versi, più psicopatico. Pienamente consapevole dei suoi limiti e delle sue doti, tra le quali il non aver paura di maschere e di farsi male, porta avanti un discorso quasi edonistico del personaggio che cerca di conquistare la bella di turno e per farla sua le vuole spruzzare dell'acido in faccia, per deturparla e renderla come lui, in modo che lei o lo segue, diventando la sua donna/creazione oppure morire... nel frattempo vuole il CAOS, la legge ha fallito a Gotam, ci sono poliziotti corrotti ad ogni angolo e una finta facciata di perbenismo. Lui porta il seme del caos puro, un po' di soldi, un po' di piombo e la cosa è fatta, e per non annoiarsi, un misto di prodotti che possano uccidere un bel po' di gente... PERCHE'? nessun perchè, solo il volerlo fare.

La versione del Cavaliere Oscuro interpretato dal trapassato Ledger



Più "reale" porta l'aspetto della premeditazione fatta attraverso la paura di morire, infatti facendo leva su questo punto porta decine di persone sull'orlo della follia a fare cose che non avrebbero mai fatte. Nel film viene smentito sul finale, ma la tensione che mette è davvero du "Questo sì che un cazzo di buon cattivo".

Ci sono decine e decine di altri esempi, i cattivi reggono il nostro immaginario, che cosa sarebbero gli eroi senza i cattivi? per avere un BELLEROFONTE abbiamo necessità di una CHIMERA no? Questa frase presa da Mission Impossible 2 rende molto l'idea delle nemesi e dei rapporti che intercorrono, spesso tra super eroi e super cattivi. In HEAT - la sfida nella scena in cui Pacino e De Nir si incontrano al caffè e si lanciano la sfida intercorre un forte rispetto tra i 2, perchè da soli non avrebbero senso, ma uno contro l'altro riempiono le loro vite.

Rapporti simili, molto più leggeri li abbiamo con Lupin e Zenigata, Gol D. Roger e Garp l'Eroe, Yattaman e Docrobei.

A me piacciono i cattivi ben disegnati, quelli a cui posso "affezionarmi" che temo e rispetto, ogni film che vedo si valuta sui personaggi la storia ed il cattivo, quando vidi ARLINGTON ROAD


rimasi di sale alla conclusione, il film è molto diverso dagli stereotipi classici e mi ha devastato in negativo, il film è un bel film, ma esce dai canoni elencati prima. Da li ho cominciato a pesare i film che vedevo, a Mission impossible 2 che ho sopracitato, il cattivo era insulso, una buona mente ma niente di ché.

Voi che ne pensate? Ammirate i Cattivi nonostante il loro ruolo imponga di odiarli?

Aspetto di leggervi per sapere che ne pensate :D:D:D